Il nome deriva da quello di Ocno Bianoro, figlio del Re Tiberio I re di Felsina. La sua collocazione sulla strada della Futa lo sottopose per tutto il XIII secolo al continuo saccheggio delle truppe degli sbandati che ivi passando la sottoposero ad una interminabile serie di saccheggi. Fu con l'occupazione francese del 1800 che assunse l'assetto territoriale tuttora caratteristico; durante la Repubblica Cispadana, Pianoro divenne Cantone e posto a capo di una serie di Comuni (Badolo, Castelnuovo, Musiano, Sabbiuno, Zena, Pizzocalvo, Settefonti etc...) Nel 1805 divenne uno dei Comuni piu' grandi del Distretto di Bologna.
Nel 1600 l'arcivescovo di Bologna Alfonso Paleotti elevo' la Parrocchia di Pianoro al grado di plebana Assoggettandole varie parrocchie.
Bisogna ricordare che la Porrettana fu costruita solo a meta' del Secolo scorso e che, fino ad allora, la Futa era praticamente l'unica strada percorribile per raggiungere Firenze e cio' se da una parte diede passaggio e prestigio alla zona la sottopose pero' inevitabilmente alle razzie degli eserciti frequentemente in transito.
D'altra parte non c'e' dubbio che Pianoro ha avuto una storia indissolubilmente legata proprio a questra strada che ne ha determinato l'evoluzione nei secoli.
La vicinanza di Bologna ha sicuramente favorito il sorgere di molte piccole industrie in grado di offrire occupazione e benessere.
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